Il 2023 costituisce una linea di demarcazione tra il vecchio regime fiscale applicato alle criptovalute e il nuovo sistema di tassazione cripto.
Sistema di calcolo delle minusvalenze, plusvalenze e soglia per il regime dichiarativo dal 2024
Fino al 2022 e per la dichiarazione dei redditi del 2023, la soglia di giacenza rispetto alla quale non si pagavano le imposte era di 51mila€. Sotto tale soglia il reddito generato da criptovalute non era sottoposto a tassazione. Da soprasoglia gli scambi tassabili erano quelli che generavano un reddito dai 2mila€ in su. Il calcolo per la dichiarazione dei redditi 2022 è comunque astruso. Facciamo un esempio:
Se un soggetto ha fatto criptoinvestimenti e a un certo punto possiede token deve:
- conteggiare i token;
- avere investito in cripto un capitale di più di 51mila€;
- applicare il valore di mercato del 1 gennaio 2022;
- avere ottenuto un guadagno netto di più di 2mila€.
Dichiarazione dei redditi per i criptoinvestimenti dell’anno 2023
La soglia di giacenza dei 51mila€ non sarà più presa in considerazione. Quello che sarà determinante è per il pagamento delle cirptotasse è se nell’anno si imposta 2023 e successivi, la realizzazione di plusvalenze e guadagni è più o meno superiore a 2mila€ a prescindere dal capitale investito.
Esempio:
Se ho un capitale investito di 10mila€ e ottengo guadagni netti di 3mila€ sussiste l’obbligo di pagare le tasse da trading su quella cifra, applicando la percentuale del 26%;
Se ho un capitale in criptovalute di 1 milione€, ma ho ottenuto guadagni netti da trading cripto di 1500€ non sono obbligato a versare imposte.
Quando e come si calcola il reddito su cui pagare le cripto tasse
Il calcolo delle imposte è fatto solo sul guadagno netto ottenuto durante l’anno dalle attività di trading cripto, a prescindere dal valore delle cripto possedute. Il guadagno netto è stabilito quando l’investimento è convertito in FIAT ovvero in €. Alcuni guadagni saranno imponibili subito, come lo staking, tipo di conto di deposito cripto che matura interessi. Ma il principio vale per tutti i sistemi con cui si possono mettere a rendita le cripto. Per quanto attiene alle attività di trading cripto, invece, se ad esempio acquisto 30mila€ di bitcoin e faccio trade in etherium non sono obbligato alla. In sintesi e in generale:
- il trade cripto-cripto non è tassabile;
- il trade cripto-euro è tassabile;
- lo scambio tra criptotoken con stablecoin è tassabile secondo le linee guida dell’Agenzia delle Entrate
Le sanzioni applicate in caso di violazione delle norme e mancata dichiarazione sui cripto investimenti
La sanzione più comune prevista per il regime dichiarativo è quella della mancata dichiarazione del quadro RW del 730. In questi casi il contribuente è tenuto a versare il 3% diviso 3 del valore cripto per ogni anno contestato.
Invece, per la mancata dichiarazione delle plusvalenze soprasoglia e per il mancato versamento delle imposte, il fisco chiede la sanzione per la mancata compilazione del quadro rw, il pagamento delle imposte al 26% e una sanzione ulteriore del 120% dell’imposta da ridurre diviso 3, per ottenere la sanzione da pagare per ogni anno contestato.